USA my Love

01.10.2019

Il Paese dove trovo la mia identità

Blocco dello scrittore (sì ok, scrittore è un parolone riferito a me…): è così che è iniziato il nuovo anno. Mi ero data la regola dei 2 articoli a settimana (infranta solo in queste vacanze natalizie) ed ho iniziato il nuovo anno pensando di ridurre ad 1 a settimana per dedicarmi ad altre attività parallele al blog (che voglio però mantenere vivo e attivo perché alla fine i blog che seguo maggiormente sono quelli che mi regalano almeno un appuntamento fisso a settimana).

Ma su cosa scrivere il primo articolo 2019?

Zero idee, forse perché in realtà di idee in testa ne ho troppe, tante e diverse, forse perché non riesco a concretizzarle, forse perché mi dovrei concentrare solo su una, forse perché leggo, rileggo, guardo tutto quanto scrivono gli altri, cerco di capire…

Ma loro sono loro ed io sono io…

L’anno scorso ho visitato tantissimi paesini che mi hanno dato idee e spunti per tutto l’anno. Ho poi ripreso mete visitate un po’ di tempo fa e raccontato un po’ cosa si può visitare. Soddisfatta? In realtà non del tutto, perché alla fine di guide turistiche ce ne sono migliaia, per le informazioni turistiche basta prendere internet e si trova tutto: orari, biglietti, costi delle attrazioni, etc etc etc

E poi sognando di fare di questo un lavoro ho iniziato a preoccuparmi di visualizzazioni, di google analytics, di iniziare a studiare e scrivere in ottica SEO, di impostare Facebook, Instagram, Twitter, etc

E cosa ho perso?

L’amore per la scrittura, quella libera, quella fatta di getto, quella fatta di emozioni.

Ed in realtà era partito tutto così: con un semplice diario che raccontava avventure e tutte le sensazioni provate in quei momenti. E sono i blog che preferisco quelli che raccontano la vita, le sensazioni, più ancora che i luoghi.

C’è chi per farsi chiarezza nella testa fa ordine in casa (ahimè nella mia sembra esplosa una bomba per cui ci penseremo un’altra volta), c’è chi si fa una corsa (anche su questa ci penserò forse all’arrivo della primavera), c’è chi come me semplicemente ripensa ai viaggi più belli fatti o meglio a quelli che ti hanno lasciato le sensazioni migliori.

Per cui questo primo articolo del 2019 (sì ok, il primissimo è stato quello dei travel dreams…) lo voglio dedicare ad un luogo per me magico che spero riporti la magia nelle parole ed indichi la strada verso chi sono io veramente.

USA my love

Partiamo dall’emozione di un film.

Qui in UK mi sono portata solo un DVD: L’estate addosso di Gabriele Muccino. E’ una commedia, semplice, con una trama semplicissima fatta solo di relazioni e sentimenti. Ed è una commedia dove i protagonisti volano in USA per l’estate della maturità.

Muccino ha dichiarato:

Le estati a volte ci definiscono per le cose che accadono e per gli incontri che si fanno: per questo ci restano addosso, specie negli anni dell’adolescenza. È l’idea di un’esperienza catartica, completa, unica, a volte irreversibile e spesso irritrovabile, che ci cambia per sempre.

E’ stata così l’estate della mia maturità, ma è esattamente quello che succede ogni volta che volo in America o che sogno l’America, un paese che sembra avere poteri magici su di me.

So che è un film semplice e adolescenziale, ma sono proprio i film o le canzoni che raccontano la vita di ogni giorno che rimangono tra i miei preferiti.

La protagonista Maria al liceo è considerata bigotta e noiosa, mentre in America lontano da tutti e da tutto riesce ad essere se stessa, definita una “pazza totale”, piena di energia e di voglia di vivere.

L’America per me è esattamente questo.

“Credo di essere nata nella parte sbagliata del mondo”: una volta scrissi questo in una mail a chi mi ha fatto amare l’America e che dell’America ne ha fatto una seconda casa, perché la passione per gli States è veramente innata.

La “mia” estate addosso

Gli States mi hanno fatto passare l’estate più incredibile della mia vita, proprio quella della maturità, l’estate della libertà, l’estate di piena spensieratezza, l’estate delle tante “prime volte”: la prima volta in America, il primo viaggio da sola, il primo noleggio auto, le prime feste sull’oceano,  la prima volta che condividevo la stanza con una sconosciuta, il primo incontro con Los Angeles e con i suoi “tranelli” e tante tante altre avventure che vivono in ricordi, in sensazioni, in brividi che sono oramai tatuati sulla pelle, proprio come quei tanti tatuaggi visti in quel viaggio.

Immensamente natura

La magia di quel viaggio si è ripetuta, con altre emozioni, con altre sensazioni quando nuovi viaggi in America mi hanno fatto scoprire la sua immensità, l’immensità della natura, quella che ti rende piccolo piccolo nel mondo, quella nella quale ci si perde, quella nella quale ci si ritrova…. L’America è tutto questo: è il fragore delle cascate, è il rinfrangersi dell’oceano sulle lunghe spiagge, è il silenzio della roccia e del deserto. Quiete e tempesta: sono le sensazioni che si provano di fronte ad una natura tanto “prepotente”, tanto “presente”, tanto bella e armoniosa, a tratti inquietante. L’infinito: è impossibile descrivere paesaggi sconfinati, è impossibile confinarli nelle parole, è “quasi” impossibile confinarli in un semplice scatto, anche se poi si avverte la presenza di tale immensità in ogni singolo fotogramma.

Semplicemente “Il Viaggio”

L’america è il viaggio per eccellenza: sono strade infinite, sono ore passate a guidare, a contemplare il paesaggio, a riflettere, a vivere la “strada”.  Si va, sempre avanti e non ci potrebbe essere metafora più bella della vita. La Route 66 ha realizzato un sogno e rimane l’emblema dei sognatori. Si è imposta prepotente in noi “turisti alla ricerca di simboli e attrazioni”. Si è imposta nella strada che si perdeva all’orizzonte, in quei tratti dritti, in quei sali e scendi, in quei tratti sterrati, persino in quei tratti mai trovati…. Ci sono punti dove non pensi più ai simboli che volevi vedere, simboli di un passato che non esiste più; ci sono tratti dove semplicemente viaggi, a volte senza meta, senza pensare troppo al futuro, vivendo semplicemente un attimo presente che non vorresti terminasse mai. La totale mancanza di pensieri, di radici, di preoccupazioni: semplicemente e solamente il presente.

Il grande Sogno

L’America è poi energia: è quella delle grandi città, caotiche, frenetiche; un movimento perenne dove però pensi che tutto, alla fine si possa realizzare. Il grande sogno americano. Il sogno a Los Angeles di una cameriera che diventa attrice. Il sogno a New York di chi dal nulla diventa un “Lupo di Wall street”. Luoghi comuni… Sì… forse….

L’America per me rappresenta milioni di tessere di un puzzle, con tutte le sue sfaccettature, le sue sfumature.

Le persone

Incontri, l’America è sempre stata anche terra di tanti incontri, di tanti sguardi, di tante chiacchiere anche brevi, ma che hanno contribuito a costruire quel grande puzzle. Le ragazze che ridevano alla reception del campus, il ragazzo che ci ha aiutato al distributore, il ragazzo del fudge e quello che aggiustava auto, l’ex marines, gli sposi di Las Vegas, i ragazzi del dragster, il pastore del Bronx…. Tanti, tantissimi incontri.

E tanto altro da scoprire

L’america è il mio grande amore. L’ho tradita e la tradirò ancora per scoprire altri angoli di mondo, ma so che ci tornerò per trovare quelle tessere di puzzle che mi mancano: il Jazz a New Orleans, i paesaggi sconfinati dell’Alaska, gli scorci da cartolina nel New England, il freddo inverno del Vermont, le assolate spiagge delle Hawaii, la vita in un ranch…

Tante tessere, ma una grande certezza: quella di un paese dove trovo sempre la mia identità e che per questa piccola cosa mi rende felice ogni volta.