Visitare una città per colpa di Checco Zalone
Eh sì è proprio così: io sono stata a Bergen per colpa di Checco Zalone ed in particolare di Quo Vado. Da quando ho visto quel film volevo andarmene in Norvegia e ridevo al solo pensiero! Per cui… oltre ad un week-end in questa città vi consiglio di andare a vedere il film (o nel mio caso rivederlo per la milionesima volta)
Ecco: sicuramente vivendo a Londra sono stata avvantaggiata essendoci il volo diretto. Dall’Italia è forse più difficile raggiungerla e magari vale la pena esplorarla aggiungendo qualche giorno anche in altre località.
E quindi che cosa fare a Bergen? Questo il mio viaggio vissuto da turista. Ah ecco qui i turisti si riconoscono subito perché girano in città in tuta da sci per combattere il freddo inverno norvegese! I locali sono assolutamente vestiti come in una qualunque città a Marzo.
Crociera sui fiordi
Tutti parlano della bellezza della crociera sui fiordi, per cui ho deciso di fare una “mini crociera” di 3 ore tanto per averne un assaggio. Credo sia stata la scelta giusta a livello di tempo. Ci sono proposte di crociere di 7 ore, ma se non hai modo di scendere e visitare i paesini non penso ne valga la pena. In particolare se come me decidi di stare all’aria aperta per cercare di scattare qualche foto da cartolina… E sì, lì il vento gelido si fa veramente sentire. La crociera ti offre scatti incantevoli, giochi di luce in tutte le piccole insenature, giochi di specchi creati dall’acqua: le simmetrie che si creano dove l’acqua sembra olio sono incredibili. Scorrono i paesaggi e cambiano i colori: ci sono luoghi ancora ricoperti dalla neve, ci sono tratti di mare ancora ghiacciati. Non c’è nient’altro da fare se non ammirare i paesaggi, ancora meglio se nel frattempo si beve una tazza di caffè fumante e ci si coccola con un po’ di cioccolato.
Bryggen
Patrimonio dell’UNESCO. Credo che abbiate visto diverse foto di questo porticciolo caratterizzato da casette di legno colorate con il tetto spiovente: qui si svolgevano tutte le attività mercantili della lega anseatica, legate principalmente al commercio dello stoccafisso. Questo quartiere è stato completamente ricostruito più volte a causa dei numerosi incendi che ci sono stati nel corso degli anni, ma ogni volta si è cercato di mantenere la stessa architettura originale. Vi consiglio di passeggiare tra queste casette irregolari (da vicino sembrano davvero storte), di infilarvi nei piccoli corridoi che si aprono tra una casetta e l’altra e di percorrere tutta la lunghezza per vedere la struttura della casa: la struttura originale delle case vedeva gli uffici nella parte affacciata al porto, i magazzini nella parte centrale e le cucine o alcune zone in pietra nella parte posteriore. Ho avuto una sensazione strana nel passeggiare tra queste casette: dalla bellezza che sia ha nella vista sul porto, si passa all’imperfezione del retro, a quelle travi irregolari, a quelle parti di legno rovinate dal piovoso clima norvegese. Nel retro si ha maggiormente la percezione del “passato”. Oggi queste case ospitano principalmente negozi che vendono maglioni con trame che a noi ricordano tanto il Natale: vi consiglio di curiosare in ogni negozio e soprattutto salire ai piani superiori di queste case, per sentire lo scricchiolio del legno ogni volta che si fa un gradino, rumore tipico di questo quartiere.
Monte Fløyen
Ero un po’ dubbiosa all’inizio se prendere la funivia per salire al monte. Non so perché ma le città “dall’alto” mi convincono solamente a tratti. Ma ho deciso di salire e questa volta ne è valsa subito la pena: la vista è incantevole. Io non mi sono fermata molto, anche se varrebbe la pena passarci una intera giornata (in particolare in primavera ed estate). Sul monte c’è un grande parco giochi per bambini, un ristorante, un negozio che profuma di dolci e diversi sentieri per fare trekking. Io ho deciso di ritornare in città attraverso uno di quei sentieri. Vi consiglio la passeggiata in mezzo alla natura, anche se magari un po’ più attrezzati di me: a marzo il sentiero è una lamina di ghiaccio, per cui le scarpe con suola liscia non sono state la scelta ideale.
Mercato del pesce
Torniamo verso Bryggen. Il mercato del pesce me lo immaginavo tutt’altra cosa (forse perché il mio riferimento è quello di Tokyo). E’ un piccolo mercato coperto che si trova al piano inferiore dell’ufficio informazioni della città. Ma ne vale assolutamente la pena. All’interno del mercato ci sono alcuni tavolini dove ti puoi sedere per mangiare a qualunque ora del giorno. Le lampade sopra i tavolini, le coperte di plaid sulle sedie rendono l’ambiente molto caldo ed il cibo (ovviamente a base di pesce) è davvero delizioso.
I quartieri di Bergen
E come sempre nelle città è bello perdersi nei vari quartieri. Io ho passeggiato in tutte le stradine della città, trovandomi in angoli deliziosi: dal colore delle casette di legno che caratterizzano la zona di Bryggen, ti trovi in un sali e scendi di stradine contornate solo da case di legno bianco per poi risbucare in piazzette di case colorate, per poi trovarti in vie costellate di street-art, per poi finire in zone piene di locali e dopo due passi ritrovarti in quartieri completamente deserti.
Munch senza l’urlo
E finiamo con i musei. Come nelle varie città del Nord che ho visitato anche qui a Bergen ci sono diversi musei. Ovviamente in un week-end è impossibile fare tutto, per cui mi sono accontentata di una visita velocissima al KODE. Ci sono varie esposizioni interessanti: io ero attratta dalla “star” del luogo, ovvero Munch. Ci sono opere di diversi periodi della sua attività artistica che ti fanno vedere la sua evoluzione, per cui si ha modo di conoscere un po’ meglio questo pittore. Ah dimenticavo: non cercate l’urlo.. quello si trova ad Oslo 🙂