Top Gun

04.23.2014

USA 1996

Ok, lo ammetto…. credo di avere visto questo film milioni di volte. C’è stato un periodo dove lo vedevo tutti i giorni, per cui era impossibile essere a San Diego e non cercare i luoghi dove avevano girato Top Gun.

“You never close your eyes
Anymore when I kiss your lips
There’s no tenderness
Like before in you fingertips
You’re trying hard not to show it,
But baby, baby I know it

You’ve lost that lovin’ feelin’, oh that lovin’ feelin’
You’ve lost that lovin’ feelin’, now it’s gone, gone, gone”

Primo luogo…. Dintorni di Sea Port: qui si trova il bar dove hanno girato la scena del piano e quella finale del juke-box.

E’ un bar piccolissimo, di nome “Kansas City BBQ” che si trova all’angolo tra Kettner Blvd e W. Harbor Drive.

Il jukebox è rotto, il piano appoggiato ad una parete, il casco protetto da una teca e sui muri ci sono  appesi numerosi reggiseni e vari autografi tra i quali quello di Reno Raines (Renegade) e Mc Gyver.

Diciamo che questa prima tappa non é esattamente come me l’aspettavo.

Ma continuiamo la ricerca ai luoghi di Top Gun e la fortuna vuole che proprio in un noioso weekend d’estate aprano la base di Miramar che verrà da lì a poco dismessa.

50°, un caldo micidiale  che a me non dà per nulla fastidio: conosco questi dati solo perché li ho letti sul giornale il giorno dopo.

La pista è un immenso parcheggio per centinaia di aerei: su alcuni si può persino salire e prendere il posto di comando. Sono impressionata dal numero di comandi davanti a me. Le esibizioni dell’aeronautica durano per ore ed ore: aerei militari sfrecciano sopra le nostre teste con evoluzioni che ti spezzano il fiato.

Aerei e non solo: un grande mercato all’aperto con accessori che hanno fatto la storia: ray-ban (gli aviator), giubbini in pelle con tutti gli stemmi dell’aeronautica.

Nulla mi può portar via da quell’asfalto rovente.

I miei amici se ne vanno, ma io mi perdo nell’ammirare gli aerei, quella tecnologia incredibile e vorrei che quella giornata non terminasse mai.

Ripercorro ogni metro di asfalto centinaia, forse migliaia di volte: non so perché, non so spiegarmi come il tutto mi abbia completamente rapita.

Al tramonto me ne vado: non so esattamente come tornare al campus ed inizio a prendere autobus che mi portano nei sobborghi della città. Un viaggio lungo, ma che non mi dispiace. Guardo distrattamente la periferia di San Diego, così diversa dalla down-town e rivivo ogni emozione della giornata.

Al campus mi stanno aspettando in ansia: per loro era impossibile che fossi rimasta un intero giorno sotto quella calura e mi davano per dispersa o con qualche tragedia in atto…. e invece no….

“Sento il bisogno, il bisogno di velocità….”

“Lassù non hai il tempo di pensare, se pensi sei morto”