USA 1996
Ok, lo ammetto…. credo di avere visto questo film milioni di volte. C’è stato un periodo dove lo vedevo tutti i giorni, per cui era impossibile essere a San Diego e non cercare i luoghi dove avevano girato Top Gun.
“You never close your eyes
Anymore when I kiss your lips
There’s no tenderness
Like before in you fingertips
You’re trying hard not to show it,
But baby, baby I know itYou’ve lost that lovin’ feelin’, oh that lovin’ feelin’
You’ve lost that lovin’ feelin’, now it’s gone, gone, gone”
Primo luogo…. Dintorni di Sea Port: qui si trova il bar dove hanno girato la scena del piano e quella finale del juke-box.
E’ un bar piccolissimo, di nome “Kansas City BBQ” che si trova all’angolo tra Kettner Blvd e W. Harbor Drive.
Il jukebox è rotto, il piano appoggiato ad una parete, il casco protetto da una teca e sui muri ci sono appesi numerosi reggiseni e vari autografi tra i quali quello di Reno Raines (Renegade) e Mc Gyver.
Diciamo che questa prima tappa non é esattamente come me l’aspettavo.
Ma continuiamo la ricerca ai luoghi di Top Gun e la fortuna vuole che proprio in un noioso weekend d’estate aprano la base di Miramar che verrà da lì a poco dismessa.
50°, un caldo micidiale che a me non dà per nulla fastidio: conosco questi dati solo perché li ho letti sul giornale il giorno dopo.
La pista è un immenso parcheggio per centinaia di aerei: su alcuni si può persino salire e prendere il posto di comando. Sono impressionata dal numero di comandi davanti a me. Le esibizioni dell’aeronautica durano per ore ed ore: aerei militari sfrecciano sopra le nostre teste con evoluzioni che ti spezzano il fiato.
Aerei e non solo: un grande mercato all’aperto con accessori che hanno fatto la storia: ray-ban (gli aviator), giubbini in pelle con tutti gli stemmi dell’aeronautica.
Nulla mi può portar via da quell’asfalto rovente.
I miei amici se ne vanno, ma io mi perdo nell’ammirare gli aerei, quella tecnologia incredibile e vorrei che quella giornata non terminasse mai.
Ripercorro ogni metro di asfalto centinaia, forse migliaia di volte: non so perché, non so spiegarmi come il tutto mi abbia completamente rapita.
Al tramonto me ne vado: non so esattamente come tornare al campus ed inizio a prendere autobus che mi portano nei sobborghi della città. Un viaggio lungo, ma che non mi dispiace. Guardo distrattamente la periferia di San Diego, così diversa dalla down-town e rivivo ogni emozione della giornata.
Al campus mi stanno aspettando in ansia: per loro era impossibile che fossi rimasta un intero giorno sotto quella calura e mi davano per dispersa o con qualche tragedia in atto…. e invece no….
“Sento il bisogno, il bisogno di velocità….”
“Lassù non hai il tempo di pensare, se pensi sei morto”