La sera prima della partenza
La foto di copertina è stata scattata esattamente un anno fa.
E’ presa dalla finestra di un hotel a Doha. Non è una foto ben fatta, ma appena l’ho rivista ho deciso che era destinata ad essere l’immagine di questo post.
Dopo un anno esatto sono in partenza esattamente per la stessa destinazione.
Tutto normale quando si parla di Campionati sportivi.
Alla fine ogni anno si ripercorrono le stesse tappe, si viaggia verso le stesse destinazioni.
Passa un anno e si riparte.
Quest’anno però ho la sensazione di essere intrappolata nel tempo che scorre, come se non riuscissi ad uscire da una gabbia in cui mi sono cacciata da sola.
Ma a parte questa sensazione, è proprio la routine di viaggio, o meglio quella prima del viaggio che mi fa riflettere.
Quando si tratta di lavoro, il tutto è ancora più accentuato: passaporto, biglietti aerei, pass per il circuito, divisa per il giorno, etc.
Ci sono gesti meccanici che si ripetono ad ogni partenza e che se non ripeti sei effettivamente nei guai: non ci si può permettere di dimenticare nulla di quanto citato.
Ma effettivamente i gesti si ripetono ogni volta, ad ogni partenza, ad ogni valigia che si prepara.
C’è chi è organizzatissimo ed ha una check list per evitare di dimenticare qualcosa e c’è chi (quando si viaggia tanto) ripete le stesse azioni, nello stesso ordine.
E’ un meccanismo oramai automatico: biancheria intima, felpe, magliette, jeans, vestitini per la sera, scarpe e trousse per il bagno quando faccio la valigia (ah sì le ciabatte per la camera me le scordo ogni volta).
Agenda con penne, ebook reader, macchina fotografica, telecamera, schede sd varie, cellulare, biglietti e portafoglio quando preparo lo zaino.
Può cambiare la destinazione, ma l’ordine in cui metto gli oggetti in valigia e zaino sono sempre quelli.
E devo ammettere che con l’avvento delle compagnie low cost, la valigia è diventata negli anni sempre più “scarna” ma efficiente. D’altronde non si sa come mai, ma psicologicamente pagare 20 Euro per un bagaglio è proprio un colpo al cuore…
Gesti meccanici che un po’ fanno perdere nel tempo il piacere dell’azione.
Fare la valigia è per me associato sempre a qualcosa di estremamente positivo come un viaggio, anche in una destinazione in cui ci sono stata più volte.
La routine del viaggio purtroppo toglie un po’ della magia dei primi viaggi, quelli in cui controllavi 40 volte se avevi messo tutto, quella in cui ti preoccupavi di milioni di cose. Ansia legata però ad un’emozione positiva.
Ora i miei gesti sono diventati automatici, anche se sono consapevole che quello cose messe automaticamente in valigia saranno poi parte di ricordi. Appariranno forse in qualche foto, in qualche video, o semplicemente ti legheranno a qualche cosa una volta che li guarderai distrattamente nell’armadio.
LA routine andrebbe evitata sempre, perché uccide molte emozioni. Per questo bisognerebbe ogni tanto romperla, consapevoli del fatto che facendolo si può andare incontro a qualche guaio!
Mentre termino l’articolo sono nel frattempo giunta a destinazione ed anche se la destinazione è conosciuta, anche se fa parte di una routine annuale, devo ammettere che le sensazioni di essere in viaggio sono sempre bellissime.