Portobello road

05.24.2018

Il mercato più famoso di Londra

Sì a Londra ci sono un sacco di mercati carini, ma quello di Portobello è forse il più famoso e sicuramente affollato!

Il sabato mattina è quasi una istituzione per centinaia di turisti che si riversano lungo questa lunga strada.

Perché il sabato? Perché è quando il mercato è all’apice della sua “pienezza” con il mercatino dell’antiquariato, quello dei bric-à-brac che in epoca antica era un termine usato per oggetti da collezione (sì ok cianfrusaglie varie che potresti trovare nelle case delle bis-nonne), il mercatino degli abiti nuovi o vintage (o semplicemente vecchi diciamo), il mercatino della frutta e verdura e quello dello street food.

E’ un mercatino per curiosi che si divertono semplicemente a guardare intorno e per collezionisti che possono trovare un vecchio baule, una collezione di tazzine colorate, quella vecchia macchina fotografica, quel vinile del gruppo musicale preferito o anche una vecchia uniforme o un cappellino particolare.

E’ un mercatino che nasconde piccoli cunicoli ai lati della via principale, dove una volta entrati si ha un attimo di smarrimento, quando non si riconosce più il centro di Londra, ma ci si ritrova immersi in un piccolo souq arabo.

E’ un mercato che oramai è forse “commerciale” ed ha perso un po’ di autenticità, ma che trovo sempre affascinante.

E’ un mercato “vivo”, nella sua confusione, nei suoi colori, nei suoi strani accostamenti, nei suoi dettagli. Sono proprio i dettagli in questo luogo che fanno la differenza, sono proprio i dettagli che sono fonte di ispirazione per uno scatto fotografico, per una tela da disegnare, per un tessuto da colorare.

E’ poi il mercato dove Hugh Grant passeggia tra le bancarelle mentre cambiano le stagioni al suono di Ain’t no sunshine.

E’ una scena cinematografica dove ovviamente si vuole rendere il concetto dello scorrere del tempo, ma che in realtà capita di rivivere in una sola giornata nella follia del clima inglese, con il sole che spunta per qualche ora, con il vento che taglia la faccia portando nubi e pioggia e poi ancora il sereno.

Guardate questo spezzone di film da solo, fuori dal contesto cinematografico: per me si percepisce molto bene anche la “fatica” del mercato, le tante ore di lavoro per chi ha una bancarella, la difficoltà di essere completamente in balia del tempo e delle intemperie, quando con alcuni teli si cerca di riparare la propria merce dalla pioggia, quando si aprono gli ombrelli, quando si portano le sciarpe fino al naso per riparasi un po’ dal freddo, quando si sfregano le mani per non sentire il torpore del gelo.

E’ un’anima un po’ più malinconica del mercato, è l’anima più dura.

Senza questa fatica però questo mercato non sarebbe stato e non sarebbe tutt’ora fonte di ispirazione quotidiana per le anime più creative.