Milano insolita

07.05.2018

Scoprire con una gara la città

Si è conclusa da poco più di una settimana la Milano Photo Marathon, giunta alla sua quinta edizione.

Si tratta di una maratona fotografica che si svolge dalle 10:00 di mattina circa fino a mezzanotte. Ogni 3 ore vengono consegnati dei temi su cui scattare le foto che poi verranno giudicate da un’esperta giuria.

E’ un concorso, ma per chi come me non è un vero professionista, ma solo un appassionato, collezionista seriale di fotografie è una giornata dove raccogliere nuovi scatti della città.

In questo caso però si vede la propria città con occhi diversi, perché alla fine cerchi comunque di seguire i temi che ti vengono dati.

Ed ecco alcuni dei temi che alla fine mi hanno fatto riflettere su cose molto banali ma sulle quali non ci si sofferma mai.

La mia Milano

Un tema semplicissimo: fotografare ciò che per te rappresenta Milano. Ed in questo caso non ho pensato al Duomo, alla Galleria, al Castello o a via Dante.

La Mia Milano è altro: è un cappuccio con focaccia (un po’ genovese come gusto, ma io adoro l’abbinamento dolce e salato) da Princi, panetteria storica milanese; è un panino dal Panino Giusto che ci ha sfamato in tante ore del giorno e della sera; è un panzarotto da Luini oramai diventato locale “fashion” ma che fa sempre tanto Milanese Imbruttito; è un trancio di pizza da Spontini dove il gusto non si può scegliere (si sceglie solo la dimensione del trancio).

Sì la Mia Milano è fatta di locali: quelli nei quali si passava di corsa, quelli nei quali si stava ore a chiacchierare, quelli “turistici”, ma che sono sempre stati un punto d’incontro, quelli più semplici.

La Danza della Città

Quando mi hanno dato questo tema proprio lì in zona Garibaldi ho pensato subito ai tanti locali notturni della zona, quelli dove ho trascorso tante serate. Ma poi guardandoti intorno vedi che la città danza diversamente.

La danza della città è nella marcia delle persone: quelle che ogni giorno camminano di fretta.

La danza della città è nei tram che corrono per la città, nel loro passo cadenzato lungo le rotaie.

La danza della città è in ogni movimento che si ripete giorno dopo giorno.

E’ quel semaforo che diventa verde e poi giallo e poi rosso e poi ancora verde e poi ancora giallo e poi ancora rosso.

E’ quella serranda di un bar, di un negozio che si alza ogni mattina e si abbassa ogni sera.

E’ quell’aspirapolvere che va avanti indietro nei locali o a casa delle persone.

E’ lo scroscio dell’acqua che viene versata in un bicchiere, una, cento, mille volte.

La danza della città è ovunque, in ogni singolo gesto, in ogni singolo movimento di cose o di persone.

Un giorno tutto questo sarà

E poi ti fanno pensare al futuro.

In aeroporto ho sentito una signora parlare di Milano come di una città vivace, in evoluzione. Era da anni che non visitava la città ed ha trovato uno skyline nuovo, un’architettura da sogno come citava uno degli altri temi della gara.

Ho trovato una scritta “guardare al futuro” accanto ad una piccola libreria all’aperto, uno di quei luoghi dove liberamente puoi lasciare e prendere i libri.

Ho postato la foto della scritta e della libreria per il concorso: era una foto banale, forse mal scattata, senza “effetti speciali”.

Però a me piaceva: mi piaceva l’idea che quella piccola libreria e quella scritta l’una accanto all’altro rappresentavano.

Quella piccola libreria rappresentava per me la cultura, una cultura libera e a disposizione di tutti, proprio come l’istruzione dovrebbe essere. La scritta era esplicita: guardare al futuro.

Insieme mi sembravano un bel binomio.

E’ proprio così che vorrei Milano nel futuro: una città piena di cultura, piena di idee, con nuovi edifici perfettamente integrati nella architettura della città, con tante mostre, con tanti musei, con tanti eventi, piena di luoghi d’incontro.

Vorrei che tutti quelli che visitano Milano abbiano la stessa impressione della signora che ho ascoltato in aeroporto, ovvero quella di una bella città, armoniosa nella sua architettura, sempre proiettata verso il futuro e soprattutto VIVA.