Una città, un romanzo ed un film
Devo ammettere che non ho ancora letto il romanzo: è tra i tanti libri comperati ed ancora lì su uno scaffale o racchiusi in un ebook.
Ho però visto il film “Colpa delle Stelle” tratto dal libro di John Green ed è vedendo quel film che mi è tornata in mente Amsterdam, una città che avevo visitato qualche anno fa, ma della quale avevo solo vaghi ricordi.
Guardando il film ho cercato di ricordarmi perché nel primo viaggio non avessi visitato alcuni luoghi di Amsterdam che solitamente avrei visto e anche di questo non ho memoria.
Evidentemente è stato un week-end fatto un po’ così, per una fuga veloce con le amiche, senza un piano o un vero e proprio obiettivo.
L’ultimo viaggio è però stato differente, nonostante anche questa volta la visita di Amsterdam non sia stata proprio ben organizzata.
In questo viaggio però la città era per me l’Amsterdam di John Green.
Avevo in mente quelle immagini… Non so come mai, o meglio è forse normale che ti rimangano in mente immagini di un film che racconta una realtà dura da accettare, impossibile direi io, descritta con così tanta normalità.
Ho letto alcune recensioni che mi hanno fatto riflettere sul libro, sul film, sul mio approccio forse “superficiale” per alcune scene inverosimili. Ma nonostante ci pensi e ci ripensi non posso che apprezzare questo racconto ed il modo in cui è stato affrontato un tema così “difficile” di cui parlare.
E grazie a questo libro mi è venuta la voglia di tornare ad Amsterdam e imprimere la mia mente di nuovi ricordi, di nuove esperienze.
L’Amsterdam di John Green sono le camminate tra le piccole strade che corrono lunghi i canali, quelle a senso unico, sono le passeggiate sui tanti ponti della città, quelli che hanno sempre tantissime biciclette legate, è quella crociera per ammirare la città da un’altra prospettiva.
L’Amsterdam di John Green è anche quel segreto svelato su quella panchina che si specchia nei canali. Onestamente non mi ricordo se in quella scena del film ci fosse il sole o fosse nuvolo. Io l’associo al grigio della città che mi ha accolto in una piovosa giornata.
E dal grigio però ritorno a pensare alla bellezza di Amsterdam, come è bella l’anima degli adolescenti raccontati da Green.
L’Amsterdam di John Green è anche la visita al museo di Anna Frank, è la salita di quelle scale strette, è quell’affanno di Hazel che ti entra nella testa. Io mi ero persa la casa-museo qualche anno fa. Hazel e Augustus mi hanno condotto lì questa volta.
La voce di Anna Frank è la stessa dei due protagonisti, è la stessa di quei 2 giovani dai sogni spezzati. John Green parla della paura dell’oblio di Augustus: il diario è la migliore risposta a quella paura.
Amsterdam rappresenta solo una breve parte del libro/film, ma credo che non ci potesse essere scelta migliore.
Ho rivisto il film una volta tornata a casa, ho riletto le recensioni ed ho pensato a mille cose.
Resta il fatto che questo film mi ha condotto nuovamente ad Amsterdam ed ora i miei ricordi della città sono tutt’altro che vaghi.