South Coast Saga
E torniamo ora al primo tour diurno che avevo prenotato…
Vi ricordate quello che mi avevano cancellato e che ho dovuto prenotare al volo con un altro tour operator?
Ecco! Grey Line è partito nonostante la brezza che si abbatteva sulla costa Sud Islandese, per cui ho potuto ammirare questo magnifico tratto dell’Isola.
Era il primo “lungo” viaggio di giorno nelle terre islandesi e mi sono trovata immersa in paesaggi sconfinati.
Ho iniziato a scattare foto dal finestrino del bus, così a caso.
Il paesaggio che scorre.

Islanda: la strada che scorre
Queste foto, anche se non perfette, anche se mosse, sono tra i miei scatti preferiti in ogni viaggio, quelli in cui vedi il movimento, quelle in cui ti ricordi la strada, o forse la vita, che corre veloce.
Pianure di erba gialla ancora “morta” nell’inverno islandese, la neve, il ghiaccio, i corsi d’acqua, quelle zolle che sembrano lunari, quelle cascine sparse nel nulla, quei cavalli liberi, nessuna pianta, quei monti che compaiono all’improvviso.

L’inverno islandese
Quel vulcano che tanti anni fa ha bloccato i voli su tutta Europa, quel vulcano che a me ha bloccato a Parigi…
E quell’altro vulcano che è addormentato da tanti, troppi anni, quello per il quale ci si aspetta un brusco risveglio anche oggi stesso.
Il paesaggio che scorre e la vita cha ha una sola regola: quella della natura.
Un viaggio lungo la costa sud islandese, dove l’acqua è protagonista assoluta.
Skógafoss
Skógafoss, una delle più belle cascate con il suo salto di 60 metri.

L’arcobaleno di Skogafoss
La cascata non tradisce la sua fama di saper creare splendidi arcobaleni ed anche oggi ce ne regala uno meraviglioso.
L’arcobaleno si staglia sulla roccia.
I 7 colori dell’arcobaleno…
Non sono tutti visibili, ma sicuramente ce ne sono 2 che è come se creassero un filtro naturale. Il rosso e l’arancione che rendono accesi i toni della roccia, proprio come quando modifichi una foto.
Questa cascata può essere ammirata anche dall’alto dopo una scalata di qualche centinaia di gradini.
Una scalata di cui ne vale la pena?
Sicuramente sì, sicuramente impegnativa, per cui non so se la rifarei durante un tour organizzato quando bisogna rispettare gli orari di ripartenza e fare tutto forse un po’ troppo di fretta.
Per la salita e la discesa si impiega forse più di un quarto d’ora, senza mai fermarsi e con il fiato che ti si spezza (sì ok non sono allenatissima) per cui rimangono pochi attimi per ammirare il tutto, il grande salto dall’alto e la grande potenza nell’impatto a terra. Attimi che però rimangono comunque eterni nei tuoi occhi.
Le Leggende di Skógafoss
Ma torniamo alla bellezza di questa cascata e alle leggende da cui è avvolta.
Dicono infatti che un vichingo abbia nascosto un forziere pieno d’oro dietro la cascata.

Skogafoss: la potenza dell’acqua
Fu un mistero per tanti anni fino a quando un ragazzo trovò quel forziere, lo legò ad una corda e cercò con tutte le sue forze di tirarlo fuori dall’acqua.
La corda si ruppe, o meglio si ruppe la maniglia del forziere a cui era legata la corda.
Il tesoro tornò in acqua ed al ragazzo rimase solo l’anello del forziere usato poi come maniglia del portale della chiesa di Skógar.
Ed ancora oggi la leggenda narra che quando il sole batte in una certa direzione si possono vedere i riflessi creati dalle pepite d’oro.
E pare che chi si bagni con l’acqua della cascata possa ritrovare un oggetto perduto.
La cascata è talmente bella che un’altra leggenda la avvolge. Se guardate bene in fronte alla cascata troverete 2 Troll. Questi abitanti delle caverne vengono trasformati in pietra se rimangono troppo a lungo alla luce del sole e così fu, quando un Troll con il suo piccolo si incantarono davanti a Skógafoss rimanendo per sempre pietrificati davanti a tanta bellezza.
Vík í Mýrdal
Il tour è proseguito verso Vík í Mýrdal: è stata una tappa in un centro commerciale per pranzo, ma in realtà anche in questo caso si è aperto uno scenario fantastico che è stato un piccolo preludio alla Black Sand Beach.
Una splendida chiesetta sulla collina in fronte al mare e una lunghissima spiaggia

Sentieri e spiaggia in Islanda
Black Sand Beach
Il nero delle terre vulcaniche, la potenza dell’oceano, le alte onde. Tutto questo caratterizza le spiagge dalla costa sud islandese.
La spiaggia più famosa (e quando qualcosa diventa famoso c’è sempre una ragione) è la Black Sand Beach.
Il vento, il mare in burrasca, il rumore delle onde tolgono semplicemente il fiato ed i pensieri.
Il nero che fa risaltare maggiormente il bianco della schiuma delle onde, fa da cornice alla potenza dell’oceano.
E quelle rocce che spuntano dall’acqua, che sembrano sfidare la forza dell’acqua, così come quella caverna a cui si giunge attraverso uno stretto lembo si spiaggia, che in un momento può essere allagata dalla forza dell’oceano.

Black Sand Beach
Seljalandsfoss
E’ sempre l’acqua l’elemento predominante della costa sud islandese ed il tour termina con un’altra cascata che credo raggiunga la sua massima bellezza in estate: Seljalandsfoss.

La natura a Seljalandsfoss
Anche d’inverno è un luogo di incredibile bellezza, ma il flusso d’acqua è meno possente ed il sentiero che ti conduce dietro alla cascata è chiuso.
Troppo ghiaccio, troppo pericoloso.
A differenza di Skogafoss, quasi chiusa su se stessa, la bellezza di Seljalandsfoss è che si apre al paesaggio. Si può costeggiare la parete, so possono ammirare piccoli corsi d’acqua ed altre piccole cascate che scendono dalla parete.
Si può rimanere nuovamente incantanti da quel paesaggio tanto semplice quanto ammaliante e sicuramente unico.
Si è concluso così al tramonto il viaggio nella costa sud islandese, con un primo tour che non sembrava potesse avere rivali… ed invece….