Il vocabolario dei locali

01.30.2020

Di design, instagrammabile, salutare  e… Hawaii

Ogni epoca ha le sue “mode” ed i suoi “termini”.  Ci sono alcune parole che sono oramai da tempo parte del nostro linguaggio giornaliero: di design, instagrammabile,  salutare e… Hawaii!

Questo è diventato negli ultimi anni anche il vocabolario dei locali, o meglio del locale “perfetto per la moda del momento”.

Ah ho dimenticato una parola: business!

Eh sì scordiamoci il lato romantico e il viaggio sensoriale alla scoperta di nuovi cibi…

A fine giornata i locali devono fatturare e per fare questo devono cavalcare l’onda!

E’ così che le città più modaiole si trasformano e ospitano miriadi di  bar e ristoranti che seguono queste nuove tendenze.

OK, non possiamo proprio abbinare questi luoghi al concetto di  “turismo gastronomico”, ma sta di fatto che questi trend e queste trasformazioni sono sintomatici del temperamento  di una città (che in questo caso sono in genere le più consumistiche).

Le parole chiave

Ma torniamo alle parole con cui siamo bombardati oggigiorno: di design, instagrammabile,  salutare e… Hawaii.

Di Design

Ebbene sì, tutto deve essere di design, meglio ancora se minimalista.

Passiamo dall’oggetto più futile, all’elettronica, agli arredi.

Da appassionata di interior design, devo ammettere che l’abbinamento di “creazione” e “semplicità” è per me sempre un “invito ad entrare”.

Un locale diventa immediatamente “bello” se  luminoso, lineare, pulito, ordinato.

Un esempio è l’Avobar di Londra, che oltre a trovarsi a Covent Garden, in una delle mie zone preferite, rispecchia proprio questi canoni estetici: spazi aperti, ambienti luminosi, arredi di legno chiarissimo con qualche cuscino colorato un po’ “esotico” e piante ornamentali che ti danno immediatamente la percezione di un ambiente “green”.

Ogni locale ha le sue caratteristiche, ma trovo questi spazi attraenti per più ragioni. Un locale essenziale crea attrazione ma non distrazione. Il cibo in una cornice semplice diventa il protagonista assoluto. Inoltre sono solitamente ambienti in cui il viaggiatore solitario si può rilassare, può fermarsi a riguardare le foto, a studiare le mappe o fissare su carta i propri pensieri, il tutto in un ambiente “zen” che aiuta a ricaricare le energie per poter ricominciare il cammino.

Instagrammabile

E veniamo alla seconda parola  del nostro vocabolario dei locali.

Tutto deve essere “fotogenico”, deve essere instagrammabile!

Devo ammettere che Instagram è il mio social preferito, perché semplice, diretto: trovo che la fotografia sia l’arte più “immediata”, forse proprio la più “minimalista” (questo non è sinonimo di facile da realizzare), ma estremamente efficace.

Ed è così che da una foto capisci subito se un locale ti piace, se ti piace il suo design, se ti piacciono i suoi spazi e soprattutto i suoi piatti.

Ed è proprio questo un altro punto a favore dell’Avobar di Londra, che da questo punto di vista è veramente al top: non solo il locale si presta a bellissime fotografie, ma soprattutto si prestano a scatti magnifici i piatti, presentati per un viaggio non solo all’insegna del gusto, ma anche dell’estetica.

Estetica ampiamente presente al “The Avocado Show” di Amsterdam (in questo caso parlo di presentazione del piatto più che di locale che non ha particolarmente attratto la mia attenzione). Lo slogan di questo ristorante è “Pretty Healty Food” ed effettivamente la presentazione di ogni singola portata è “très pretty”, curata con un dettaglio maniacale.

Non cuochi, ma artisti in cucina.

Una perfezione che sembra irreale in foto, ma che è molto più che reale. Forme e colori perfettamente abbinati per piatti che si mangiano con gli occhi.

Salutare

Ecco un’altra tra le parole più sentite negli ultimi anni. Si parla di mode, anche se gli studi parlano in questo caso di una tendenza che diventerà una costante per anni.

E per fortuna! Lo stile di vita salutare dovrebbe essere un must!

Siamo bombardati ogni giorno da informazioni per migliorare il proprio stile di vita e per fare scelte amiche del nostro corpo.

Devo ammettere che sono ancora molto scettica su integratori o linee di cibo per il benessere studiate in laboratorio.

Sono invece sempre più attratta dai sapori freschi di stagione ed alcuni locali che seguono le tendenze di benessere proponendo centrifugati e piatti equilibrati, mi hanno fatto scoprire abbinamenti deliziosi e soluzioni fresche, facili e soprattutto non tristi, da riproporre a casa.

Avobar e The avocado show basano tutto il loro menu su quello che viene definito il “Super food”: sua maestà l’avocado, con le sue caratteristiche fatte di vitamine, calcio, potassio e grassi “buoni”.

Ok, super-calorico, ma veramente super per il benessere.

Che altro si può mangiare? Il pesce, da sempre considerato prezioso per la salute. Dicono che a Milano si mangi del pesce buonissimo nonostante non ci sia il mare. Ultimamente c’è un locale che mi ha letteralmente conquistata che serve pesce super fresco e con abbinamenti incantevoli: Pescaria. Pare che a Polignano sia ancora meglio, ma dovendomi “accontentare” devo dire che anche a Milano è veramente eccellente.

Che altro? Riso e verdure!

Ed allora perché non mettere tutto insieme in una ciotola? Ed ecco che alle “insalatone” che fino a poco tempo fa erano considerate il pranzo salutare al bar, si passa ora alle Poke, con una ciotola componibile con riso, pesce e verdure e chi più ne ha, più ne metta.

Il numero di locali sorti nell’ultimo anno a Milano è veramente incredibile. In pochi mesi hanno aperto diverse catene dedicate a questo “nuovo” piatto: I love poké, Maui Poke, HiPoke, Pokeria by Nima e Poke House (da me testata).

Hawaii

Ecco che arriva quel tocco in più esotico che si unisce ad una formula già vincente: le Hawaii.

Eh sì perché al cibo salutare e alle ciotole colorate che si prestano immediatamente ad un tag, si uniscono il design creato da tavole da surf e fiori di ibisco ed ovviamente il sogno di un paese lontano che per l’Europa è sinonimo di libertà, mare, surf e vento nei capelli.

E poco importa alla moda che forse la poke hawaiana non è esattamente fatta in quel modo.

Poco importa che quella originale sia fatta solo di pesce crudo marinato, noci ed alghe e non di 100 ingredienti che puoi scegliere.

L’importante è vendere un sogno.

E se avrai la fortuna di andare alla Hawaii magari rimarrai deluso dalle poke “made in Hawaii”, ma poco importa… perché in quel momento probabilmente sarai in una spiaggia paradisiaca e non in un locale sognando il paradiso.