Mercoledì 26/11/2003
E’ l’alba quando mi reco in aeroporto. Prendo il pullman con le persone conosciute nel tour: loro torneranno a casa, mentre io volerò a NY.
In aeroporto regna il caos: lunghe file attraversano ogni area. I controlli sono scrupolosi: mi fermano. Devo fornire la chiave per aprire i bagagli: nella Monument Valley ho comprato un dipinto su pietra fatto dai Navajo e dai raggi X non si capisce cosa sia. Il tempo stringe, ma poi si moltiplicano gli addetti al controllo e dopo una lunga attesa mi trovo in aereo. Sono nel sedile centrale, scomoda, di nuovo sola: gli amici del tour se ne sono andati. I tour possono andar bene o male: a me non interessava chi fossero i miei compagni di viaggio. Volevo solamente tornare negli States dopo che mi hanno stregato 6 anni fa. Volevo vedere il più possibile nel tempo che mi era concesso. Ma poi ho avuto anche la fortuna di incontrare persone speciali che hanno reso il viaggio ancora più bello.
Un viaggio interminabile da LA e NY…
Il primo incontro con la grande Mela
A NY il cielo è terso: è pomeriggio quando arrivo. Decido di non andare in taxi dal JFK all’hotel, ma di prendere un pullman: più economico, più tempo per pensare.
Lo skyline è affascinante, ma il sole cala in fretta: siamo quasi a Dicembre. L’imbrunire mi impaurisce: cosa sto facendo a NY da sola? L’autobus mi lascia lontana dall’hotel. Inizio a camminare per NY: mi sento osservata…. strano…. mi trovo in mezzo a migliaia di persone, figurati se stanno guardando proprio me…. Arrivo in hotel dopo aver camminato per isolati e isolati: mi trovo in una squallida camera nell’hotel più economico di Manhattan con personale non esattamente gentilissimo….
NO, la mi a avventura nella Grande Mela non può iniziare così.
Almeno l’hotel è vicino alla zona dei teatri, così alla sera posso uscire senza problemi e senza dover prendere mezzi.
Vivere NY da Thanksgiving all’accensione dell’albero di Natale
Decido di uscire anche se ormai è buio: vado al Rockefeller Center. Al centro della piazza si accenderà l’albero il giorno prima della mia partenza. Ho scelto di soggiornare a NY dal Giorno del Ringraziamento al giorno dell’accensione dell’albero di Natale. Ho studiato il tutto nei minimi dettagli: non sono una organizzata, ma quando parto da sola leggo centinaia e centinaia di articoli, studio i percorsi, vivo il viaggio ancora prima di partire. Questo mi permette di non perdere tempo quando arrivo nei vari paesi, ma di vivere ogni attimo del mio soggiorno.
E qui ho 8 giorni per vivere nella città più nota al mondo. Identificano la città come una delle più dure per viverci, una delle più fredde, ma c’è una magia in questa città.
La magia di NY
L’avverto nell’aria sulla pista di pattinaggio vigilata da Prometeo: questo scorcio della città l’avrò visto migliaia di volte, immortalato in centinaia di film. Prometeo rubò il fuoco agli Dei per darlo agli umani. Non so esattamente perché Prometeo sia stato messo in questo luogo, ma la sua immagine sembra portare calore in un periodo così intimo come sono le feste Natalizie. Credo che chiunque qui rimanga incantato a guardare la pista di pattinaggio, piena di persone che ridono, piena di bimbi che cadono, che si rialzano e si girano a salutare qualcuno che li sta osservando vegliando su di loro. Rimarrei qui per ore a sentire lo scorrere dei pattini sul ghiaccio.
Passeggiare nella città
2 passi verso Broadway, Time Square: ed ecco un’altra immagine di NY che è già fissa nella mia mente. Luci dagli schermi luminosi, clacson che suonano, gente di ogni nazionalità che cammina veloce, chi al telefono, chi sorseggiando una bibita calda in un bicchiere di cartone. Vita, frenesia, stress, pazzia, amore, odio: tutto è racchiuso in una semplice piazza.
Guida alla mano e scelgo dove mangiare: Joshua Tree. E’ un locale giovane: ci sono maxi-schermi che trasmettono sport. Il locale è illuminato dalle immagini TV e dalle candele presenti su ogni tavolino. Hamburger, patatine, birra… sport e personale molto gentile.
Questa la mia prima sera a NY.