Alla ricerca dell’artista
Bristol, la città di Banksy.
Si sa questo o poco altro di questo artista. E’ tutto così strano. Non si sa chi sia.
Si sa però che è nato a Bristol o nei suoi dintorni e che lì ci sia cresciuto.
Si sa che ha fatto parte della DryBreadZ Crew.
Si sanno poche cose di lui… o, perché no?, di lei(forse gli aggettivi li dovrei usare sia al femminile che al maschile)…. ed è veramente strano in questa era digitale.
E’ veramente strano che nessuno, ma proprio nessuno abbia mai confidato la sua identità, perché qualcuno in realtà sa chi si cela dietro il nome d’arte “Banksy”.
Ma è proprio il mistero di Banksy che incuriosisce e che fa nascere un dibattito dietro ad ogni sua azione.
Sulle tracce di Banksy
E’ lo stesso mistero che si percepisce nel cercare le sue opere a Bristol, la sua città.
Avevo letto che essendo la sua città natale, Bristol fosse disseminata di numerose impronte dell’artista e probabilmente è vero, ma trovare queste impronte è quasi una caccia al tesoro.
Ci sono tour organizzati, purtroppo solo di mattina (almeno in questa stagione invernale) ed essendo arrivata in città troppo tardi mi sono dovuta arrangiare. Non è però facile trovare i segni di Banksy, nonostante alcune opere siano veramente grandi.
La mappa che si può comprare all’ufficio informazioni è in realtà imperfetta visto che ti dice dove “erano” le opere di Bansky e sfortuna vuole che la prima che cerco non sia più nella location indicata. Si trattava del “Grim Reaper”, realizzato su un lato della nave Teckla, rimosso e posizionato ora all’interno del museo M Shed (che mi sono pentita di non aver visitato visto che anche solo dall’esterno prometteva qualcosa di buono).
La street art non è eterna
Ho letto che quest’opera sia stata rimossa per salvarla dal deterioramento. E se da un lato può sembrare corretto intervenire per salvare l’opera di uno degli artisti più discussi del nostro tempo, dall’altro perde un po’ il significato di street art, quella di arte libera, fruibile da tutti, messaggi che vengono lasciati per essere visti proprio da tutte le persone.
Effettivamente la street art non può essere “eterna”, almeno nella realizzazione. Rimane eterna nelle foto che vengono fatte, nei messaggi che vengono lasciati, ma l’opera in sé, quella realizzata a mano sarà destinata a scomparire, “lavata” via dalle intemperie, distrutta da quel muro che si sbriciola, distrutta da altre mani umane, da chi decide di riqualificare un edificio, da chi si oppone all’opera e la “copre” con altri disegni, con altre scritte, con altro…, forse perché in contrasto con la propria ideologia o forse per un semplice atto vandalico.
L’incontro con 2 opere
Continuo la mia ricerca nel tentativo di capire qualcosa in più del mistero di Banksy.
E alla fine riesco a trovare 2 opere molto diverse tra di loro e realizzate in due quartieri molto differenti: “The Girl with the Pierced Eardrum” e “The mild mild west”.
Nulla… anche questi ritrovamenti per me accrescono il mistero.
La prima opera che copre una parete intera è in realtà “nascosta” nella rientranza del palazzo. Perché proprio quella location?
La seconda è forse quella che mi appare più “chiara”, realizzata nel quartiere più “dark” della città, quello in cui anche oggi si percepisce un senso di lotta ed emarginazione.
Personalmente però mi mancano ancora tanti elementi…