Dubai vs Abu Dhabi
E se gli hotel a 7 stelle nel mondo sono 6 (di cui 2 sono in Italia!) ci concentriamo ora sui 2 hotel da mille e una notte negli Emirati Arabi.
Dubai e Abu Dhabi, sono le 2 città in perenne competizione e le 2 città degli Emirati a vantare hotel a 7 stelle apparentemente diversi tra di loro, almeno all’esterno.
Burj Al-Arab
La vela di Dubai. Devo ammettere è il primo hotel che ho sentito nominare come hotel a 7 stelle e non ho avuto la fortuna di visitare l’interno. E’ però incredibile vederlo anche solo dall’esterno: una grande vela che sbuca dal mare. L’hotel è infatti situato su un isola artificiale (cosa “comune” a Dubai) che gli permette di emergere dall’acqua proprio come se fosse una barca a vela. Dicono che all’interno il lusso e il confort la facciano da padrona e che ogni desiderio o meglio capriccio viene immediatamente esaudito da un maggiordomo a disposizione 24 ore al giorno. Dicono che all’interno si può mangiare in un ristorante subacqueo dove si arriva con un sommergibile, o anche mangiare tra le nuvole all’ultimo piano. Dicono che se vuoi puoi giocare a tennis, o meglio un campo è stato allestito per una “partitella” tra Federer e Agassi. Dicono che gli interni sono ornati di oro, stoffe preziose e marmo di Carrara. Insomma dicono tante cose di ambienti che non so se riuscirò mai a vedere… Secondo me, però, il pezzo forte rimane l’esterno, rimane quella vela che sbuca dal mare, quella vela che si illumina di notte, nel buio del deserto, o meglio nelle luci di Dubai. Il pezzo forte rimane il riflesso di quella vela nell’acqua. Il pezzo forte rimane quella forma così “semplice” se si pensa ad una località di mare, ma che è entrata così forte nell’immaginario nella gente, è entrata così forte in una città dove c’è tutto, è diventata talmente tanto simbolica da essere inserita nelle targhe automobilistiche della città. Sì il pezzo forte è proprio quella architettura studiata da Tom Wright, quella forma che vuole dare onore alla eredità marina di Dubai, veleggiando verso il futuro.
Emirates Palace
E se Dubai guarda al futuro, Abu Dhabi risponde mantenendo fortemente le radici alla propria terra, partendo dal colore dell’edificio che riflette i colori della sabbia deserto. Anche la struttura richiama l’architettura islamica, nelle sue forme, nella sua linearità che poi si contrappone con le cupole e con le volte. Entrando all’Emirates Palace sembra di entrare in un’oasi con un miraggio: palme e fontane ti aspettano all’ingresso principale per poi farti entrare in un meraviglioso palazzo. Ed in questo caso ho avuto modo di entrare all’Emirates Palace per un pranzo organizzato da un tour. Marmo e oro, oro e marmo nelle sale comuni. Grandi lampadari, lucenti decorazioni, scalinate imponenti, grandi arredi e divani rivestiti di raffinate stoffe. Onestamente non è questo che mi ha colpito: sì tutto molto elegante, splendente, pulito, l’idea di un lusso che nella sua eccessività risulta molto raffinato. Ma quanto mi ha colpito maggiormente è la parte più legata alla “storia”, è quanto ti fa percepire come questa costruzione sia fortemente legata alle origini degli Emirati Arabi, quanto mi ha colpito maggiormente è stato il terrazzo dove è stato allestito il nostro pasto, è stata l’immagine delle palme e del cielo blu che potevo ammirare da questo terrazzo, è stato il sole che si infrangeva sui muri del palazzo proprio come fa sulla sabbia del deserto, sono stati gli ornamenti molto “semplici” presenti all’esterno, quei cuscini, quelle tende sottili per riparare dal sole, insomma è stata la semplicità che mi ha ricordato e fatto apprezzare maggiormente dove fossi.