La morte di Fidel Castro: riflessioni di una non cubana
Visitare Cuba prima che muoia Fidel. Fatto.
Fa parte delle 100 cose da fare prima di morire sulla quale ho messo una bella spunta.
Ora Fidel non c’è più e non so cosa ne sarà di Cuba nei prossimi anni.
So che in questa settimana ci si è chiesti se Fidel Castro fosse un eroe o un dittatore; so che mentre una parte del popolo cubano piangeva per la sua morte, un’altra parte festeggiava.
Ho provato a leggere diversi articoli sulla rivoluzione cubana, su Fidel, su Che Guevara, su come è cambiata Cuba dalla ascesa al potere di Fidel Castro e di come stava ancora cambiando in questi ultimi giorni.
Nonostante queste letture non riesco a schierarmi: eroe o dittatore.
Eroe o dittatore
Non lo so, non sono cubana, non vivo in quell’isola.
Ho semplicemente passato una vacanza a Cuba: pochi giorni visitando L’Avana, Cienfuegos, Trinidad, Santa Clara. Ed in quei giorni ho trovato un paese forse pieno di contraddizioni, ma incredibilmente affascinante. Un patrimonio architettonico ineguagliabile, un popolo (non so se libero o schiavo) fantastico.
Ho amato Cuba dal primo momento in cui vi ho messo piede; ho amato camminare tra i sui palazzi colorati, sì forse un po’ in decadenza ma con un’anima; ho amato perdermi sulle sue strade non asfaltate, con quella macchina degli anni 50, sfogliando uno stradario; ho amato chiedere indicazioni a tutte le persone incontrate per quelle strade affollate, tutte pronte a darti una mano, a darti la giusta indicazione, ad accompagnarti al prossimo incrocio; ho amato parlare con le persone, tutte quelle persone che avevano storie da raccontare: chi ci ha aggiustato la macchina rotta, chi ci ha aperto casa ed ospitato per un pasto, chi suonava per strada, chi viaggiava con il suo asinello per le strade della città.
Questa è la mia Cuba ed io ho semplicemente amato la mia Cuba.