Ground Zero, una voragine ancora aperta

04.21.2014

Sabato 29/11/2003

Il sole splende su NY oggi, ma soffia anche un vento che supera la Bora.

Prendo l’autobus in direzione Lower Manatthan per una visita alla Statua della Libertà. Scendo dall’autobus un po’ prima per una visita tra le vie di Wall Street. Oggi è sabato e la famosa vita finanziaria è a riposo. Tutto è chiuso: anche i bar lavorano solamente i giorni in cui la borsa è aperta. La zona è elegante, ma le vie strettissime. NY è molto diversa da come  appare a Nord, ampia e solare. Qui non un raggio di sole tocca il suolo.

Deviazione a Ground Zero

Sul percorso a piedi della guida non c’è la deviazione verso Ground Zero… Io la faccio…

Nella città più rumorosa al mondo un angolo di silenzio, nella città piena di vita un angolo di desolazione e distruzione. Quello stesso silenzio che qualche giorno fa mi ha avvolto per alcuni attimi durante il Giorno del Ringraziamento. Una voragine ancora aperta, materialmente ma soprattutto nel cuore della gente.

Dicono che i newyorkesi non passano più di qui se non per necessità. E’ incredibile come le lacrime inizino a solcare i volti delle persone per il ricordo di una strage, per il ricordo di un crollo, per il ricordo di un film…. che però film non era….

Una grande bandiera americana sventola forte: United we stand… Our heroes 9-11-01

E poi un cartello per la ricostruzione, per la speranza. Le ruspe sono ancora al lavoro, non si sono mai fermate dopo l’11 Settembre per salvare alcune vite, per estrarre i corpi, per togliere le macerie, per iniziare a ricostruire. Sì, gli americani non si arrendono. Il cantiere resterà aperto per chissà quanti anni fino a quando il nuovo progetto verrà realizzato.

L’America è ora più debole che mai: il terrorismo è un’ombra invincibile a quanto pare. La paura aleggia nell’aria: i controlli sono maniacali quando ti dirigi sull’Empire, la Statua della Libertà è chiusa.

Lady Liberty

Ok, mi dirigo verso la Statua della Libertà. Sul traghetto c’è un freddo glaciale.. Lo skyline di Manhattan non sembra così imponente ed è diverso da quello impresso nella mente, impresso ancora su tutte le cartoline: c’è un vuoto al centro, un vuoto incolmabile.

E poi ecco Lady Liberty, seria, imperiosa. Sì NY non è una sorpresa: l’ho vista talmente tante volte nei film, in TV, sui libri che è come se avessi sempre abitato qui.