Good Grief, Charlie Brown

03.07.2019

Charlie Brown al museo

Devo ammettere che non sono cresciuta leggendo costantemente i Peanuts, ma nonostante questo ogni volta che vedo qualcosa del loro mondo rimango attratta.

E così a Londra non potevo perdermi la mostra a loro dedicata realizzata alla Somerset House: “Good Grief, Charlie Brown”

Charles M Schulz

E partiamo dall’autore: Charles M Schulz è il fumettista americano che ha inventato i Peanuts.

Le prime cose che mi hanno colpito alla mostra sono state la foto di Charles M Schulz, quando aveva solamente 8 anni, il guantone da baseball e i pattini per il ghiaccio.

Un bimbo che nell’espressione ricorda la personalità di Charlie Brown e oggetti che ricorrono spesso nelle storie dei Peanuts. Con queste immagini si entra subito nel loro mondo  e si iniziano a capire i parallelismi tra autore e storia inventata. Lo sport che ha caratterizzato le giornate di Schulz in Minnesota, il padre barbiere, il cane bianco e nero e la ragazza dai capelli rossi, di cui l’autore si era innamorato realmente.

Charlie Brown

Tutto questo entra a far parte del mondo di Charlie Brown.

E diciamolo… Charlie Brown credo sia proprio simpatico a tutti, perché almeno una volta nella vita ci si è sentiti un po’ “sfigati” come lui.

Baseball: non vince una partita, ma non smette mai di provarci.

Aquiloni: non riesce a farne mai volare uno, facendoli schiantare tutti contro un albero. Nonostante questo prova e riprova cercando di realizzare quel sogno di volo.

Amici: viene preso in giro, subisce scherzi, eppure il gruppo è sempre lì intorno a lui.

Insomma, se da un lato Charlie Brown è l’immagine di un perdente, dall’altra in realtà è emblema di forza, costanza e caparbietà.

E non solo: la sua capacità di ascolto, la sua umanità ed le sue priorità che vengono sempre date all’amicizia ed all’unione del gruppo, ne fanno anche un esempio di leadership.

La filosofia dei Peanuts

E’ con il gruppo di amici di Charlie Brown che nasce la filosofia dei Peanuts, perché quelle storie, quelle frasi lapidarie, quella ironia pungente, sono rappresentative di tanti momenti di giorni “comuni”.

Effettivamente alcune situazioni, sebbene surreali, sembrano quelle che si vivono con i proprio amici.

Schulz rappresenta in modo egregio diverse personalità ed atteggiamenti e per questo i suoi fumetti sono stati studiati a livello sociologico.

Le azioni si ripetono in continuazione con le stesse dinamiche, proprio come la routine giornaliera.

La comunicazione risulta essere estremamente complessa, per cui ogni relazione umana è fatta di fraintendimenti.

Alla fine però ogni personaggio viene apprezzato e accettato così com’è: alla fine, nonostante tutto, il gruppo rimane sempre compatto.

E dalla psicologia dei Peanuts si passa anche alla psicoterapia: si attribuisce a Schulz la capacità di rendere in modo semplice concetti di psicologia complessa, come narcisismo, manipolazione, gestione dell’insuccesso, etc..

E lo psicologo in realtà nei Peanuts è ben presente, con le sedute di psicologia spiccia della narcisista Lucy, che altro non fa che affossare maggiormente i suoi “pazienti”.

Snoopy

E devo ammettere che Snoopy è il mio personaggio preferito per cui gli dedichiamo un piccolo paragrafo a parte.

Nella mostra viene raccontato come Snoopy e Woodstock siano diventati sempre più importanti nelle strisce a fumetti di Charlie Brown.

Le sue azioni sono per me ineguagliabili.

Fa parte del gruppo, cammina su 2 zampe, gioca a baseball, pattina sul ghiaccio è un grande pensatore ed è pieno di interessi.

Nella sua cuccia si trovano gli oggetti più disparati, da quadri famosi ad una intera biblioteca.

Ed effettivamente legge guerra e pace e sogna di fare lo scrittore.

“Era una notte buia e tempestosa”…. Scrive e riscrive il suo grande romanzo.

E sebbene venga rifiutato dalle case editrici se ne fa sempre una ragione e si dà una spiegazione.

E’ forse il personaggio con più immaginazione e fantasia con la quale riesce a trovare sempre il lato positivo o “meno negativo” di ogni cosa.

La mostra di Charlie Brown

La mostra è un viaggio insieme a Charlie Brown ed ai suoi amici.

E’ fatta di tante, tantissime strisce, come è giusto che sia.

Alla fine pupazzetti, oggetti etc.. sono parte del mondo del marketing.

Sono le parole ed i pensieri dei Peanuts ad essere così carichi di significato e per questa ragione sono il cuore della mostra.

Un “semplice” fumetto che in realtà racchiude concetti complessi di psicologia umana.

Nella mostra si vede come i personaggi siano cambiati negli anni, come sia cambiata la loro fisionomia.

Nonostante questo sono rimasti in realtà sempre uguali, con gli stessi vestiti, le stesse dinamiche, gli stessi tratti di una personalità ben precisa.

Una sala allestita a cinema consente poi di vedere alcune “brevi” storie: effettivamente anche questa è stata una parte interessante della mostra.

Il film dei Peanuts mi aveva un po’ deluso, mentre negli episodi brevi si ritrova pienamente la loro natura.

La mostra si conclude con una sala dove si possono “ricalcare” i personaggi per creare delle strisce o dove si può cercare di terminare il romanzo di Snoopy.

E sì…. era proprio una notte buia e tempestosa.