Christiania

06.25.2018

Una città nella città

Lo ammetto: ero indecisa se visitare Christiania. Era un capitoletto della Lonely Planet che da un lato mi ha incuriosito, dall’altro mi ha lasciato perplessa nel momento in cui sono andata a leggere alcune cose in più: pusher street e nessuna foto nell’area. Mi sembrava tanto di posto illegale con nulla d’altro di interessante da vedere.

Organizzavano però delle visite guidate: ti dovevi trovare al di fuori dell’area e dopo di che venivi accompagnato in questo “mondo” da un abitante del luogo. Perché non farlo? Ovviamente si può entrare anche senza guida, ma il racconto ti offre sempre qualcosa in più rispetto ad alcune semplici letture, soprattutto se è un racconto fatto da qualche abitante del luogo.

Ci ha accolti all’ingresso una signora in bicicletta che ci ha trasportato per un paio d’ore nello stile di vita di questa città.

E’ considerata una città libera: è stata fondata o forse é meglio dire occupata negli anni 70 da un gruppo di hippy e rimane viva ancora oggi. Famosa per la via pusher street (le droghe leggere vengono vendute qui e sono “autorizzate”), è in realtà tanto altro.

Pusher street è in fatti solo una piccola area (non è esattamente una via, ma più uno spiazzo) di Christiania. Onestamente mi è sembrato più per mantenere la fama che non altro che in questo spiazzo ci fossero persone incappucciate con occhiali da sole e con i banchetti coperti da tende. Non si possono fare assolutamente foto e pare che ti urlino contro se ti fermi in quell’area solo per curiosare.

Non abbiamo fatto nulla di tutto ciò per cui la nostra visita a Christiania è filata liscia, anzi è stata particolarmente interessante e ci sarei tornata volentieri per una camminata nel parco in cui si estende. Effettivamente un gruppo di hippy non poteva che stabilirsi nel mezzo della natura.

Ho letto di “esperimento socio-culturale”, di “anarco-pacifismo”, è una città che si basa su regole stabilite da una legislazione interna.

All’ingresso di Christiania o meglio quando si sta per entrare al green light district si trovano le seguenti 3 regole: divertitevi, non correte (crea panico), non fate foto.

Tutto qui? In realtà no, perché dopo di che ho visto un regolamento molto più articolato che vieta armi, utilizzo di droghe pesanti, la violenza, il furto e “banalmente” l’utilizzo della macchina.

Pena per chi trasgredisce tra gli abitanti, l’espulsione dalla città.

E per entrare a far parte degli abitanti ci sono regole ed una commissione severissima.

E’ una “piccola Comunità” in autogestione, dove si possono trovare, asili, scuole, teatri.

E’ una città fatta di piccole imprese, di piccoli laboratori: è qui che è nata la “christiania bike”, una bici a 3 ruote con una grande “cassa” davanti che viene utilizzata credo da tutti gli abitanti di Copenaghen per portare in giro i bambini (effettivamente a parte Christiania dove le auto sono completamente proibite, anche Copenaghen è una città dove si gira molto di più in bici che in auto).

Come tanti posti “alternativi” è un luogo culturalmente vivace nelle sue diverse espressioni. E’ un luogo che in cui è cresciuto Lukas Graham: e onestamente… 7 years per me è semplicemente magia.