Atene

07.30.2018

Riflessioni dalla patria della storia

L’Acropoli illuminata dalla luna rossa in un cielo che mai più rivedremo in questo secolo.

E’ così che mi accoglie la città di Atene, in una serata sicuramente unica che mi lascia immagini indelebili nella memoria.

La mattina però torna il sole e con esso svanisce la magia della notte precedente.

Visitare Atene è quasi un dovere: patria di storia, filosofia e politica.

Ed è forse il termine “dovere” che non mi fa innamorare di questa città.

E’ il termine dovere che mi fa pensare alla scuola e ai tanti errori nel voler forzatamente insegnare qualcosa nel modo sbagliato.

Fine luglio, una calda giornata d’estate in una città particolarmente bollente forse a causa anche dell’urbanizzazione selvaggia che la caratterizza.

La salita all’acropoli… Ora io ho scelto il periodo (classiche ferie al mare con qualche giorno da dedicare alla visita della città) e l’ora in cui salire all’Acropoli (ritardata dall’aver sbagliato via per qualche indicazione sbagliata) e devo dire che entrambe le scelte sono state errate. Sono dovute a varie circostanze, ma sempre errate sono.

E figuriamoci per chi non ha scelto, per quei bambini a cui è stata imposta la scelta. Una lunga fila per fare il biglietto, la salita sotto il sole per vedere quello che rimane di una grande impero, il vano tentativo di insegnare qualcosa.

No… credo proprio in molti non ameranno mai questa parte di storia, memori di una calda giornata a vedere “rovine” in giro per una città a cui purtroppo rimane poco della vecchia gloria.

Atene va vista in un’altra stagione o ad un’età differente quando si sceglie di andarla a vedere, quando la scelta può portare ad apprezzare o anche criticare, ma non conduce ad un odio innato per qualcosa che si è stati forzati a vedere in una torrida giornata d’estate.

E secondo me vale lo stesso principio per la scuola: ci sono tempi e modi per insegnare e per educare.

Spero che i vari metodi d’insegnamento siano cambiati rispetto a quando ero a scuola io.

In un’epoca dove tutte le informazioni sono facilmente disponibili, spero che venga dato un forte valore aggiunto su come “utilizzare” queste informazioni più che impararle a memoria.

E mi perdoni la mia professoressa di latino (greco me lo sono risparmiato), onestamente sono per lo studio delle lingue “vive” che ti permettono di esplorare il mondo, di comunicare con le persone, di entrare in contatto con le culture diverse.

Sul fatto che il latino mi abbia aperto la mente ho ancora qualche dubbio…

Credo che mi abbia aperto molto più la mente aver imparato qualche parola di greco “moderno”.

Per cui… nonostante tutto… efkharîsto Atene!